I familiari di un figlio suicidato non solo devono affrontare i momenti dolorosi che in genere seguono la morte di un figlio per malattia o per incidente, ma anche problematiche specifiche: Per saperne di più “Il bene più grande” di Andreana Bassanetti – Ed. Paoline.Il suicidio
ci si sente falliti come genitori per non aver saputo educare alla vita, alla gioia di vivere
ci si rimprovera di non aver capito il suo mondo, i suoi bisogni, le sue ansie e di non averlo aiutato abbastanza ad affrontare le difficoltà
si ha l’impressione di non averlo amato abbastanza
ci si rimprovera di non aver colto determinati segnali di disagio
ci si sente responsabili del tragico gesto e di non averlo saputo evitare, anche se è molto difficile comprendere uno stato così complesso che spesso viene mascherato e sfugge anche agli addetti ai lavori
c’è tanta rabbia contro chi si ritiene colpevole dell’accaduto, o verso se stessi, se ci si colpevolizza, o verso il figlio: come ha potuto farci questo?
i parenti, gli amici, ma soprattutto i genitori sono assaliti da infiniti interrogativi, sensi di colpa, da un profondo stato di frustrazione e di inadeguatezza che si ripercuote anche nelle altre relazioni, soprattutto con altri figli
ci si vergogna di quanto è successo e si teme il giudizio degli altri. Si ha la tendenza ad isolarsi oppure si avverte un senso di abbandono perché gli altri spesso si allontanano
si hanno incubi frequenti e ci si sente perseguitati dalla scena della morte, anche quando non la si è vista realmente
vedere il corpo di chi si è suicidato è un trauma durissimo, ancor più se lo si è trovato per primi, un tormento che difficilmente si riuscirà a superare
è facile che il suicidio scateni accuse reciproche in famiglia, soprattutto nella relazione di coppia
anche se è avvenuto dopo una circostanza particolare o ci sono lettere d’addio, messaggi che cercano in qualche modo di giustificarlo, il suicidio non ha mai una causa unica, è estremamente complesso e difficile da comprendere