Cosa si prova

 

La morte di un figlio è il dolore più grande. È anche la propria morte, perché si è come morti dentro, costretti a vivere in un continuo, estenuante, morire senza poter morire.

Il tempo si ferma tra un prima e un dopo e tutto si oscura: progetti, speranze, presente, passato, futuro.

La sofferenza è così acuta e lancinante che sembra insopportabile e si manifesta in modo diverso da persona a persona:

bullet  chi cerca di controllare e nascondere le proprie emozioni, chi invece non perde occasione per esternarle

bullet  chi vorrebbe parlarne sempre, chi non vorrebbe parlarne mai

bullet  chi desidera la solitudine, chi esige una compagnia costante

bullet  chi è sempre al cimitero, chi lo rifiuta categoricamente

bullet  chi espone in casa mille foto del figlio, chi toglie anche quelle che c’erano prima

bullet  chi vuole conservare immutato tutto ciò che apparteneva al figlio, chi lo rimuove subito

bullet  le mamme tendono ad avere reazioni emotive più intense, viscerali, e a parlarne con più facilità

bullet  i papà, invece, cercano di mascherare la propria vulnerabilità, spesso si tengono occupati per evitare di parlarne. Sentono la responsabilità di dover tenere i piedi ben saldi in un momento così sconvolgente per tutta la famiglia

 

Morire nel corpo

A causa del forte stress emozionale, il corpo cerca di difendersi come può:

 

Morire nella mente e nelle emozioni

Ci si sente colpiti da una sorte ingiusta e malvagia, scaraventati in un vortice insensato e crudele, che sconvolge il proprio mondo psico-emotivo:

 

Morire nelle relazioni e negli affetti

Si è tentati di chiudersi in se stessi, nel proprio dolore e nel proprio mondo, perché nessuno sembra in grado di capire. Così facendo, si corre il rischio di rimanere imprigionati nel passato e di allontanarsi dal presente.

 

Morire nello spirito

Sia chi ha invocato Dio regolarmente nel corso della vita sia chi lo ha accantonato sente nascere dal profondo del cuore, spontaneamente, il proprio grido di dolore verso Dio: Perché mio figlio?

 

Questi contenuti sono tratti dai libri “Il bene più grande” e “Perché mio figlio?” di Andreana Bassanetti, ed. Paoline.